giovedì 23 settembre 2010

Che poi alle volte si può avere uno slancio creativo

Ma, diciamo la verità, non succede quasi mai. Se questa è una di quelle volte, però, lo scoprirò a fine pagina. Oggi, tornato a casa dopo una di quelle lunghe giornate in cui mi sprono a studiare promettendomi rilassanti passatempi ludici come premio che alle volte prendono il sopravvento, mi son messo a rileggere cose che scrivevo nel 2002, quando ancora non ero vaccinato, al contrario di ora che invece lo sono sebbene di aghi io non ne abbia visto l'ombra.

E' lampante in quei testi una certa propensione alle incidentali, abitudine che tra l'altro difenderò con le unghie e con i denti manco fossi La Russa coi crocifissi, e una certa ricerca di creatività. Ricerca che devo ammettere con freddo e distaccato narcisismo avevo alle volte portato a termine. Se si prosegue lungo il filo dei miei componimenti, tra neologismi d'altra scuola (ma anche alta, la scuola dico), lucide analisi dell'universo tutto e fiumi di fascinoso intellettualismo spicciolo che per lo più serviva e serve a riempire qualche riga in più, si può osservare un notevole miglioramento dello stile dal momento in cui ho imparato la parola genoflettersi. Stile che raggiunge il suo apice, il suo glorioso culmine, quando scoprii che mica si scriveva così, la parola della svolta.

Il segreto di quei gloriosi anni è che era il periodo in cui imparavo che in fondo, e in misura minore anche in superficie, il mondo un po' mi stava sulle balle e quindi mica mi andava tanto di parlarci. Però si sa che l'uomo è lo showman degli animali e chi ero io per sottrarmi al destino che il signorenostrogesùcristoonnipotente aveva scritto per me quando scriveva i destini di tutti nel periodo tra i 6 e i 33 anni in cui di lui si è perso ogni traccia. E dunque la mia produzione cartacea e multimediale raggiungeva moli e volumi decisamente non trascurabili. Per dirla con le due parole che avrei potuto usare in modo da non dover tirar in ballo il signorenostrogesùcristoonnipotente: ero allenato. Quindi si, alle volte scrivevo banalità insignificanti e sconclusionate lasciando perfino il rimorso nel lettore che aveva investito tempo per leggermi, per quanto ormai al giorno d'oggi quest'idea possa oggettivamente sembrare fuori da ogni raziocinante pensiero. Però l'allenamento pareva dare i suoi frutti e se non li dava in fondo non mi importava, tanto mica parlavo con nessuno che potesse esprimermi giudizi negativi, nessuno con diritto di opinione in merito per lo meno. Ah si, ho anche notato che col tempo il mio rispetto per le opinioni altrui e la mia presunzione sono notevolmente passate in secondo piano. Però si sa che l'antieroe spinge la popolazione a scrivere idolatranti frasi negli interni delle porte dei bagni del pubblico utilizzo (wow, 3), pertanto non smisi, se non altro per tenere il numero dei miei difetti fisso sull'uno (come disse la rai, nel 61) e per continuare a divertirmi una riga dopo l'altra.

Da qualche anno, tipo 2, non è più tanto così, ve ne sarete accorti, vivo nel ricordo di una gloria che fu, ma che ribolle dirompente in quel limbo rappresentato dal mio dito che a fine pagina si fissa premuto su backspace. Perché ho dovuto, costretto dalla vita e da dei tizi che mi pedinano armati di irrazionalità, interagire con quell'universo tutto, tra l'altro creato dal signorenostrogesùcristoonnipotente mentre impersonificava il padre nella prima recita scolastica che l'uomo non ricorda perché avvenne il giorno 0. E interagendoci ho perso per strada le parole, ho sfoderato la banalità che gelosamente custodivo e portavo sempre con me e insomma lo scrivere è diventato sempre più superfluo.

Oppure deve essere un qualche motivo legato a quegli esseri adepti del demonio chiamate donne, che mi orbitano intorno in quantità spropositate che non sto certo qua a raccontarvi che se no.

Beh non mi importa granché in realtà, però le vecchie abitudini, quasi sempre, son le migliori. Che poi ho scoperto che il destino che per me ha scritto il signorenostrogesùcristoonnipotente, è stato scritto da un bimbo di sei, e dico 6, anni e, vi dirò, si vede. Che poi ci ho pure la sensazione che sia riciclato.

Lascerò il mio angolo di autoreferenzialità con un pensiero: non credete a Babbo Natale, è un bugiardo.


piesse: a una certa, mentre scrivevo, son andato a cena perdendo ogni slancio e voglia, chi trova quel punto esatto gli offro una birra, piccola.

lunedì 13 settembre 2010

Sinistri

Mancavo a un po' dalla scrittura di queste pagine immaginarie, più che altro perché volevo vederci chiaro della confusa situazione politica che si stava delineando in questo smemorato paese. Poi, spronato dal mio altruismo verso voi, miei piccoli sfaccendati lettori, ho deciso che basta, era il momento. Di cosa non lo so ancora, ma conto di scoprirlo entro fine pagina.

In questa meravigliosa fredda estate c'è il presidente della Camera che ha mostrato alla sinistra, quella finta e quella incapace, che per far cadere il nostro sempre giovane nonpremier, il nostro Presidente del Consiglio, non serviva far chissà quali manovre, non serviva spostare l'opinione pubblica tutta, non serviva quello che avevano fatto per anni.
Quello che serviva era semplicemente incominciare a fare quello che la terza carica dello stato non aveva fatto per 14 anni, il politico. Stupore e sorpresa tra le fila dei politicanti, il santo graal della politica italiana non era null'altro che la volontà di mettersi a discutere. Perché questo il buon Silvio non lo può mica tollerare, non lo può reggere, non ha potuto reggerlo, ne è rimasto ferito, sanguinante come ai tempi in cui piovevano duomi, senza parole.

E lì è cominciato il circo politicante italiano, oramai famoso in tutto il mondo per quanto nulla riesca a contenere. Da una parte la lega che ripeteva a rutti "elezioni subito" (che è molto più difficile di wyoming, da dire a rutti dico), dall'altra i giornali fininvest che si divertono a fare i magistrati, cosa che evidentemente gli riesce bene solo con accuse di omosessualità perché Fini è ancora lì, un po' più in là Renzo Bossi ma solo perché si era perso guardando il suo luminosissimo Ipad, là dov'erano rimasti c'erano ancora i dirigenti del piddì, noti fan della meccanica quantistica, han pensato bene di non farsi osservare, da lasciarci per lo meno il dubbio. Non ha funzionato, per esempio non ho più dubbi sulla loro inettitudine.

Che poi uno ci prova anche a dar loro fiducia, poi arriva uno schifani qualunque fischiato a un dibattito e loro? Esprimono solidarietà. Ma porca alla merda, una quindicina di persone lo fischiano e voi fate ammenda? Di che? Siete arrivati anche voi a considerare il dissenso squadrismo? Poi, voglio dire, Schifani, una persona che dovrebbe passar le giornate a chiedere scusa e a ringraziare l'onnipotente.

Che in realtà il vero motivo per cui ho scritto proprio oggi è che ieri era giornata di grandi comizi. Ho avuto il piacere di vedere quello della nostra quarta carica dello stato. I primi 15 minuti erano una proiezione del suo ego sotto forma di machismo, battute neanche tutte scadenti, certo quell'episodio di pissing in faccia al ministro Meloni è stato un po' troppo d'avanguardia però in fondo il pubblico lo bisogna educare, alle innovazioni. Il buon nonpremier si è fatto fare qualche domanda dai giovani ex finiani, quasi a sottolineare che, nella separazione, i figli se lì è tenuti lui. Se ognuno di noi fosse sincero ed onesto ammetterebbe che non una delle parole che ha proferito in tale sede abbia un peso politico superiore a quello dell'anima di Schifani, ma il fatto sconcertante è che un discorso che è durato una buona manciata di quarti d'ora ad un orario in cui magari la gente non guardano il tg la7 è finito sui giornali, tutti i giornali, solo, e lo dico con lo sconforto e la voglia di emigrare nel cuore, per quella frase sul milan e gli arbitri di sinistra. Ora, nello stesso discorso ha tralasciato ogni riferimento alla scuola oramai in ginocchio, come previsto, ha consigliato ai giovani di andare all'estero per lavorare, dichiarando così la morte del paese che lui, in un modo o nell'altro, governa da 16 anni e voi di che parlate? No certo, meglio concentrarci sul calcio. Con la morte nel cuore esco di casa dopo che i giornali ed il social netuorc mi avevan confermato che di quel lungo discorso era passata solo una battuta, tra l'altro simpatica, autoironica e non tutto quello che concerne la morte del paese ecc ecc. Mi sono detto, la gente non si fa mica distrarre così, non sta volta. E invece no, massì parliamo di calcio che il volgo è contento.

Per fortuna che c'è Stracquadanio che pensa a ricordare alla gente che se governano i puttanieri non ci si deve soprendere che siamo tutti delle puttane.