Sarò breve (forse) e non ripeterò le decine di critiche a Grillo ed al M5S che ho maturato nel corso dei mesi. Però, in una certa misura, come lui non mi sentirei mai di assolvere l'elettorato dalle sue responsabilità: chiunque si identifichi come il responsabile del male del Paese è stato votato da noi, per questo è colpa nostra.
La distinzione la farei tra chi vota per partito preso, sull'onda della promessa che riguarda il proprio orticello, e chi invece cerca di informarsi e prova ad avere una visione d'insieme. Purtroppo è una distinzione che colpisce trasversalmente l'elettorato di ogni partito e movimento. Per come la vedo io c'è un'Italia buona, che rispetta le regole ed è disposta a rinunciare a qualche privilegio mal riposto, e un'Italia che se ne frega (e purtroppo per una serie di motivi storici e culturali questa è la maggioranza).
Inutile cercare a quale parte politica mi riferisca, non vi darò l'appoggio per fare i tifosi anche qui. C'è chi vota perché pensa che tizio salverà il Paese, c'è chi vota perché gliel'hanno detto, c'è chi vota contro un nemico, c'è chi vota perché si è accorto di alcune cose da cambiare e c'è chi vota per tenere il proprio potere. Fine. Non è questione di pensionati, dipendenti pubblici o che: è questione di voler o meno far parte di una comunità, di interessarsi o meno dei problemi altrui e saperli commisurare ai propri.
In questo senso non vedo con tanta preoccupazione il calo d'affluenza alle urne, se io volessi fare un voto di protesta andrei ad annullare la scheda, mica starei a casa. La mia personalissima speranza è che tutti quelli che per anni hanno votato senza aver avuto il minimo interesse, se non al più lo spirito dell'ultrà, nella politica si siano semplicemente risparmiati il disturbo di andare a votare a casaccio come hanno fatto fino ad ora.
Perché, lo ripeterò sempre, il 99% delle discussioni sul marciume politico si risolve in bastava non votarlo.
Quindi ben venga anche Grillo che in un certo senso mette gli elettori davanti alle loro responsabilità.
La distinzione la farei tra chi vota per partito preso, sull'onda della promessa che riguarda il proprio orticello, e chi invece cerca di informarsi e prova ad avere una visione d'insieme. Purtroppo è una distinzione che colpisce trasversalmente l'elettorato di ogni partito e movimento. Per come la vedo io c'è un'Italia buona, che rispetta le regole ed è disposta a rinunciare a qualche privilegio mal riposto, e un'Italia che se ne frega (e purtroppo per una serie di motivi storici e culturali questa è la maggioranza).
Inutile cercare a quale parte politica mi riferisca, non vi darò l'appoggio per fare i tifosi anche qui. C'è chi vota perché pensa che tizio salverà il Paese, c'è chi vota perché gliel'hanno detto, c'è chi vota contro un nemico, c'è chi vota perché si è accorto di alcune cose da cambiare e c'è chi vota per tenere il proprio potere. Fine. Non è questione di pensionati, dipendenti pubblici o che: è questione di voler o meno far parte di una comunità, di interessarsi o meno dei problemi altrui e saperli commisurare ai propri.
In questo senso non vedo con tanta preoccupazione il calo d'affluenza alle urne, se io volessi fare un voto di protesta andrei ad annullare la scheda, mica starei a casa. La mia personalissima speranza è che tutti quelli che per anni hanno votato senza aver avuto il minimo interesse, se non al più lo spirito dell'ultrà, nella politica si siano semplicemente risparmiati il disturbo di andare a votare a casaccio come hanno fatto fino ad ora.
Perché, lo ripeterò sempre, il 99% delle discussioni sul marciume politico si risolve in bastava non votarlo.
Quindi ben venga anche Grillo che in un certo senso mette gli elettori davanti alle loro responsabilità.
Si scoprì così che la maggioranza silenziosa semplicemente non aveva niente da dire. (cit.)