Visto che la maggior parte delle persone le pubblicità le guarda e quelli che non le guardano poi le trovano su youtube, vorrei dedicare qualche riga per fare una breve riflessione sullo spot del Forum Nucleare Italiano.
Quello che mi preme di sottolineare è che in temi prettamente tecnici e scientifici non si hanno opinioni. Non è che secondo me il nucleare si o secondo me il nucleare no, Ci sono i conti, ci sono le equazioni non è che il primo pirla dalla voce suadente che passa giocando a scacchi può avere un'opinione in merito sui numeri.
Perché è raccapricciante un Paese dove in materia di nucleare si sceglie in base al colore dei pezzi e alla voce più o meno suadente di quelli nella scatola nera del soggiorno. Piuttosto gradirei che, se il Governo ci tiene tanto al fatto tu ti faccia un'opinione in merito, si distribuisse ad ogni famiglia un libro di analisi matematica, poi il mese successivo N libri di fisica dalla meccanica classica alla quantistica, poi qualche mese dopo i costi che dovremmo sopportare come cittadini. Così che alla fine ognuno si metta lì con un plico di fogli e conti se il nucleare serve o no.
Ecco, visto che un'operazione simile non si può fare direi che possiamo evitare di riempirci la bocca di cose che non sappiamo, che ne dite?
p.s. Senza contare le 4 in Italia (che non so in che stato siano), partendo dal confine italiano e non allontandosi per più della distanza tra il confine e Saint-Etiene ci sono 11 centrali nucleari, da alcune di esse ci paghiamo l'energia. Così, giusto perché le persone spaventate mi fan ridere.
mercoledì 29 dicembre 2010
Opinioni Nucleari, quando l'aria fritta può essere anche verde
lunedì 13 dicembre 2010
Fighting the Law
Lunedì mattina, e il colore del cielo ricorda un matrimonio celebrato controvoglia. Cammino come sempre parecchio immerso in qualche diaologo con me stesso e mentre mi compiaccio della qualità dello stesso mi accorgo che è sparita, è sparita la panchina.
Ci passavo davanti ogni giorno, due volte, e, di tanto in tanto, mi piaceva sedermici sopra per qualche minuto. Non aveva una bella vista se non si apprezza la poesia che racchiude una strada trafficata, infatti era snobbata pure dai vandali più artistici. Però, ecco, mi aveva sempre dato un gran senso di libertà e potere il mio sapermi fermare 10 minuti su una panchina, lasciando il mondo correre da solo, per un po'.
Non che abbia tempo da perdere, ma di certo quello era il tempo che perdevo più volentieri.
E ora no, la panchina me l'han tolta.
Chissà che avrei potuto farci su quella panchina, ci ho finito dei libri, scritto pensieri, fatto nulla lasciandomi avviluppare dal fumo della sigaretta, progettato viaggi.
L'ultima volta che mi ci son alzato il cielo era diventato di un azzurro uniforme che sembrava artificiale e per un secondo ho avuto l'impressione che da esso fosse stato cancellato qualcosa. Il cielo è rimasto lì, è quaggiù che sorge un problema.
Che poi ci parlai coi lavoratori lì accanto e uno sosteneva che le panchine non ci possono star così vicine alla strada, che c'era una legge che lo diceva. Non gli credo mica, ma nel dubbio meglio protestare, che male non fa. Sarà una questione di fiducia. Mah.