Mi ci son trovato a discutere ripetutamente in questi giorni e dunque provo a mettere giù un paio di righe.
L'evento scatenante sono le discussioni, a qualunque livello, di quanto sta accadendo in Val Susa. Non entrerò nel merito, non ne ho le competenze, ma credo che lo sviluppo, il progresso, la civiltà di uno Stato si misuri anche su quella che è la gestione di emergenze simili, dallo strumento repressivo al mero commento politico, al ridondante commento sul commento politico, alla prevedibile smentita del commento politico e, infine, alla succube smentita del commento sul commento politico.
Non perdiamo ulteriore tempo su discorsi su inciviltà, violenza da condannare, i soliti4stronzichevoglionosolofarecasinoeprendersilebotte e tutte quelle profonde espressioni che ognuno di noi ha ben imparato dai talk show di approfondimento politico. Esprimo la mia preoccupazione sul fatto che la contestazione, appena esce dal seminato perbenista, che quasi sempre percorro con orgoglio, viene catalogata come fascista.
È fascista chi imbratta, è fascista chi fischia a un comizio, è fascista chi lancia delle uova verso il suo rappresentante sindacale che si è venduto. Se si viene fischiati, un'intera classe politica esprime solidarietà verso il povero presidente del senato di turno che si è beccato i fischi. Si è perso il senso della misura, i fascisti, per come li si è studiati, per come i genitori li ricordano, per come li si è visti anche in tempi recenti, sono altri. Ed è fondamentale tenere separati i due piani. Perché si, le parole sono importanti. Il tutto senza mai, dico mai, esporre una riflessione sul perché nasca una qualunque contestazione che vada, pensa un po', fuori dal seminato perbenista che quasi tutti, me compreso, percorrono solitamente.
Poi c'è una brevissima riflessione grillina (che poi è la parte sterilizzante del post), intesa come su grillo, non da grillo, sebbene il qualunquismo mi rifiuti di lasciarglielo in esclusiva. Parlerò solo di quello che ho visto: corteo immenso con tre generazione di valsusini (e valsusine per la regolarità valintestinale, sono stanco), arriva grillo a far il suo comizietto tritro e ritrito e in mezzo al pacifismo della mattinata da ai manifestanti degli eroi; nel pomeriggio parte la guerriglia che abbiam intravisto e tutti giù ad attaccar grillo che oggi ha dovuto giustificarsi così che bersani con faccia grave accettasse la precisazione e, da gran uomo politico, desse lui delle indicazioni su come si comunica in questi casi. Questo giusto per evidenziare, con amarezza, quanto sia sterile il dibattito politico su un tema che riguarda il benessere di una nazione, sia per l'impatto ambientale sia per un costo non irrilevante in un ottica di un'opera che per lo meno qualche interrogativo lo solleva.
Insomma, il messaggio conclusivo è che voglio poterti sputare in faccia e non prendermi del fascista.
Pagine virtuali trascurate queste, per troppo tempo forse. Ora so, miei accaniti lettori, che le vostre crisi d'astinenza vi han portato ad assunzione di alcolici, sesso non protetto, consumo occasionale di droghe. Ebbene a violentare il buio silenzio del vostro spirito abbandonato con un bianco nulla lucente ci sono queste righe, poche o tante ancora, come sempre, non lo so.
Un'assenza, la mia, di cui voglio parlarvi per rompere il ghiaccio della nostra separazione. Il fatto è che per mesi, semplicemente, c'è stato troppo di cui parlare, processi, guerre, apocalissi nipponiche. E dunque niente, semplicemente ero smanioso, lo sono ancora, un'interferenza distruttiva di troppi pensieri. E quindi nulla, scegliere un argomento di attualità mi è tutt'ora impossibile, pertanto parlerò di quelli che io chiamo in codice icazzimiei.
L'altro giorno, tipo 4 mesi fa, tornavo a casa a piedi, incamminato verso la terra che nessuno mi aveva promesso, che mi ascoltavo la mia musica. Là fuori se ne stava addormentata su ogni cosa, la nebbia. Quando fumo la musica rallenta, come se ogni istante si consumasse dentro se stesso, terminandosi in ogni minuto ma senza terminare mai di terminarsi. Che poi mica li capisco io i fan delle droghe pesanti, che gli si accelera tutto, rendendo impossibile godersi le cose importanti della vita. Fumare uccide, ma lentamente, una capriola di fumo dopo l'altra. E, in un impeto di profondità spicciola degna del miglior Fabio Volo, visto come sono andate a finire le vite di tutti quelli prima di noi, posso assumere che lo scopo della vita sia la morte, dunque perché aver fretta.
Non drogatevi.
Picchiate i vostri figli illegittimi piuttosto.
Oppure drogatevi, se questo può aiutarvi a non scrivere una brutta canzone. Ve lo dico con profonda consapevolezza, che sono come Syd Barrett, ma senza il talento, che se dovessi far parte di un gruppo farei parte di Simon & Garfunkel, nel prestigioso ruolo della ecommerciale. Non scrivete brutte canzoni, nessuno può sopportare di associare ad un ricordo una brutta canzone. Ehi ma un bel ricordo o un brutto ricordo? Direte voi con accorata curiosità. Ottima domanda bambini, avete vinto dell'erba che vi garantirà delle canzoni per lo meno più lunghe. Per rispondere al vostro pretestuoso interrogativo, penso che le persone spesso siano tristi perché non hanno nessun ricordo, bello o brutto che sia, da associare una bella canzone.
Questo non avrà risposto al vostro dubbio esistenziale, ma conto che l'erba vi abbia distratto.
Il che mi fa venire in mente la volta che mi hanno minacciato di morte al telefono.
Riattaccai prima che finissero la frase, così da non aver nulla da temere.
Vi lascio così, senza darvi né denaro né amore, e solo qualche volta piacere. Italian style.
Visto che la maggior parte delle persone le pubblicità le guarda e quelli che non le guardano poi le trovano su youtube, vorrei dedicare qualche riga per fare una breve riflessione sullo spot del Forum Nucleare Italiano. Quello che mi preme di sottolineare è che in temi prettamente tecnici e scientifici non si hanno opinioni. Non è che secondo me il nucleare si o secondo me il nucleare no, Ci sono i conti, ci sono le equazioni non è che il primo pirla dalla voce suadente che passa giocando a scacchi può avere un'opinione in merito sui numeri. Perché è raccapricciante un Paese dove in materia di nucleare si sceglie in base al colore dei pezzi e alla voce più o meno suadente di quelli nella scatola nera del soggiorno. Piuttosto gradirei che, se il Governo ci tiene tanto al fatto tu ti faccia un'opinione in merito, si distribuisse ad ogni famiglia un libro di analisi matematica, poi il mese successivo N libri di fisica dalla meccanica classica alla quantistica, poi qualche mese dopo i costi che dovremmo sopportare come cittadini. Così che alla fine ognuno si metta lì con un plico di fogli e conti se il nucleare serve o no. Ecco, visto che un'operazione simile non si può fare direi che possiamo evitare di riempirci la bocca di cose che non sappiamo, che ne dite? p.s. Senza contare le 4 in Italia (che non so in che stato siano), partendo dal confine italiano e non allontandosi per più della distanza tra il confine e Saint-Etiene ci sono 11 centrali nucleari, da alcune di esse ci paghiamo l'energia. Così, giusto perché le persone spaventate mi fan ridere.
Lunedì mattina, e il colore del cielo ricorda un matrimonio celebrato controvoglia. Cammino come sempre parecchio immerso in qualche diaologo con me stesso e mentre mi compiaccio della qualità dello stesso mi accorgo che è sparita, è sparita la panchina. Ci passavo davanti ogni giorno, due volte, e, di tanto in tanto, mi piaceva sedermici sopra per qualche minuto. Non aveva una bella vista se non si apprezza la poesia che racchiude una strada trafficata, infatti era snobbata pure dai vandali più artistici. Però, ecco, mi aveva sempre dato un gran senso di libertà e potere il mio sapermi fermare 10 minuti su una panchina, lasciando il mondo correre da solo, per un po'. Non che abbia tempo da perdere, ma di certo quello era il tempo che perdevo più volentieri. E ora no, la panchina me l'han tolta. Chissà che avrei potuto farci su quella panchina, ci ho finito dei libri, scritto pensieri, fatto nulla lasciandomi avviluppare dal fumo della sigaretta, progettato viaggi. L'ultima volta che mi ci son alzato il cielo era diventato di un azzurro uniforme che sembrava artificiale e per un secondo ho avuto l'impressione che da esso fosse stato cancellato qualcosa. Il cielo è rimasto lì, è quaggiù che sorge un problema. Che poi ci parlai coi lavoratori lì accanto e uno sosteneva che le panchine non ci possono star così vicine alla strada, che c'era una legge che lo diceva. Non gli credo mica, ma nel dubbio meglio protestare, che male non fa. Sarà una questione di fiducia. Mah.
Il fatto di cronaca che in questi giorni riempie le menti delle persone e i titoli dei giornali è senza dubbio l'omicidio di Avetrana. Il bel paese è stato negli ultimi anni teatro di efferate espressioni dell'animo umano ma questa bestialità ha forse più di tutte colpito l'animo della gente. Una giovane, bella, ragazzina quindicenne viene uccisa dal proprio zio perché non gli voleva concedere il suo corpo e, dopo il violento trapasso per soffocamento, viene violentata, come un pezzo di carne. Un pezzo di carne ancora caldo ormai orbo dei suoi sogni e aspirazioni.
Un terribile omicidio, forse il peggiore degli ultimi anni, che ha colpito la gente comune, estranea alla faccenda, scatenando nell'animo umano ciò che è proprio del disgusto nei confronti dell'animo umano stesso. Inutile dilungarsi su come i mezzi di informazione abbiano agito come se volessero uccidere e stuprare nuovamente la povera Sara, mettendo in piazza i suoi pensieri, tra l'altro comunissimi, che sotto la luce dei riflettori ne uscivano cupi, contorti, misteriosi, come se ogni giornalista non avesse mai avuto 15 anni.
Quello che invece sconvolge è la reazione della gente comune all'azione di quell'animale rabbioso di suo zio. La gente lo vuole morto, quella stessa gente che magari si indigna per la pena di morte o la lapidazione nei paesi islamici, vuole che un uomo già consegnato alla giustizia per un'azione atroce che va fuori dalla definizione di "umana" muoia. Ma non si limita a questo, desidera anche che la sua morte sia lenta, dolorosa, sadica, vuole che "tagliategli una palla co le cesoie...poi il cazzo con le forbici dentate...dopodichè estraetegli la seconda palla con le mani,strappatejela,fatejela masticare mentre viene sodomizzato... fatto questo potete pure sparaje in testa." e vuole che questo venga fatto davanti a tutti così che loro possano vederlo.
Vogliono poter assaporare ogni istante dello spegnimento di una vita, come se volessero avere le loro mani intorno al suo collo, a premere poco sotto la trachea. Per sentire tutte quelle piccole ossicina rompersi come quando schiacci per sbaglio un pacco di grissini, osservare i suoi occhi girarsi, i capillari esplodere, il respiro spegnersi, il suo corpo raffreddarsi. Vogliono sentire l'odore del suo sangue, riconducibile al sapore che hanno le monete. Sentire l'odore della merda che fuoriesce senza controllo da un corpo che perde i sensi. Ed essere lì quando gli arti si irrigidiscono, quando l'ultimo respiro porta alle loro sadiche narici l'odore della morte, misto tra sangue merda e odio.
E a questo punto, forse, si chiederanno cosa li rende migliori di quel mostro e non troveranno risposta. Perché la vendetta non da levatura morale, soddisfa solo il loro desiderio di sentirsi vivi, di sentire emozioni, di sentire il loro battito cardiaco accelerato, di sentire l'odore di sangue e merda. L'odore della morte.
Esiste un confine, passato il quale l'uomo conferma di essere la peggiore delle bestie, che uccide per il proprio divertimento, per la propria soddisfazione e tutte queste persone l'hanno superato, senza risentirsene. Un confine superato sulla spinta dell'orrore nei confronti di un gesto difficile solo da immaginare. Ma la verità è che queste persone non hanno difficoltà ad immaginarlo, è parte di loro, ne traggono anzi piacere, sollievo.
Col tempo si è persa la concezione di cosa possa voler dire privare una persona della vita ed essere lì nel momento in cui si spegne. Colpa della televisione, dei film? Forse. Ma non è altro che un disseppellire un istinto primordiale insito nel solo animo umano, riassumibile nel sentirsi meglio se si può fa star peggio qualcun altro.
La morte in queste occasioni pare entrare nella mente delle masse non più solo come a beautiful friend che ti libera dai mali che il mondo ti ha fatto e che potrebbe farti, dandoti quel sollievo, nello spirito, tipico dell'assenza di dolore, reale o potenziale. La morte diventa uno strumento da utilizzare contro persone che non si conoscono, intrisa di un bestiale sadismo, un desiderio di sentire l'inizio della putrefazione, del rumore di un'anima che svanisce. Tutti aspirano ad una morte indolore, un dolore che può essere interpretato anche come nel non poter realizzare i propri sogni e le proprie aspirazioni, e si scontrano contro una realtà in cui avvengono queste morti di insensata violenza. Quando le persone si piegano a questa insensata violenza e anzi la arricchiscono con le loro perversioni smettono di essere persone, diventano sadici mietitrici senz'anima.
Lo zio di Sara Scazzi passerà il resto della sua vita in compagnia di se stesso, chi non riesce a capire la durezza e la giusta crudeltà di questa pena non è umano, è una bestia infernale, senza coscienza del mondo, della vita e della morte. P.s. Su facebook esistono innumerevoli link su quanto ho raccontato. Nei commenti sottostanti ci sono volti e nomi. Tutte persone da cui stare alla larga, per la propria incolumità.
In questo video son lette dal computer alcune frasi a cui faccio riferimento, associandole all'immagine del profilo di facebook di queste persone, senza alcuna modifica.