mercoledì 23 maggio 2012

Quel giorno, in breve

Faccio parte di quelli che quel giorno era abbastanza grande da ricordarsi quei giorni, quell'anno. Che oggi siano passati 20 anni è solo il peso del mio invecchiamento, un invecchiamento che si fa sentire e solo alcuni ricordi rimangono nitidi.


Ricordo che stavo cenando.
Ricordo il tg5 che parlava lontano nel salotto.
Ricordo di un telecomando.
Ricordo di un'autostrada che per quel telecomando non c'era più.
Ricordo l'aria pesante, come se fossimo tutti in quel polverone a Capaci.
Ricordo la parola mafia, è possibile fosse la prima, ma certamente non più della quinta, volta che la sentivo.
Ricordo di un frigorifero usato come segnale.
Ricordo di un piccolo casolare, se così si può definire, arrampicato sulla montagna, se così si può definire.
Ricordo la corsa a chi diceva più Kg di tritolo.
Ricordo lo smarrimento.
Non ricordo il tuo volto prima di quel giorno, ma ricordo quel sorriso, intravisto da qualche parte, probabilmente un ricordo successivo lì collocato, ad hoc, per rendere quel ricordo, fumoso come se tra quelle macerie ci fossimo ancora, più fluido.
Ricordo che avevi un amico.

Ricordo che avevan già deciso che nemmeno lui poteva vivere.


A quanto pare in Italia le cose si possono ricordare solo quando la cifra è tonda, che sia la volta buona che smettiamo di fare i paraculo e le cose cominciamo a ricordarcele per davvero.

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