È un po' che mi ritrovo ad ascoltare discorsi su quest'argomento, pertanto ho pensato: ehi, un bel modo di fare altre 20 visite guadagnando sulla pubblicità che non ho e mai ci sarà. L'argomento del contendere è l'incredibile mole di programmi televisivi che, come dire, dicono alla gente come si vive. Informo fin da qui che quanto segue non è basato su osservazioni dirette, quindi, insomma, magari dico cose false ma in fondo a voi interessa solo perdere qualche minuto.
Una volta c'era la prova del cuoco (o simile declinazione), che insegnava alle massaie di tutto il mondo italico a cucinare piatti che quasi sicuramente sapevano già fare. Aveva la funzione di ripasso, ecco. Oggi no, è un delirio. Cioè, la prova del cuoco c'è ancora, quella è una istituzione al pari del premierato, tuttavia i programmi si sono moltiplicati.
Ma non è finita qui.
Ora non ti insegnano solamente una ricetta che tu di certo non sapevi prima, ti insegnano di tutto. Per farti imparare tutto nella vita servono tanti programmi, al punto che ora c'è financo un canale televisivo dedicato espressamente ai maestri Miyagi dello sgamo quotidiano.
Ma il punto è: chi diavolo li guarda sti applausi sui maroni di programmi?
Prima di rispondere vi esorto a figurarvi per bene la scena di uno che vi applaude sui maroni.
Vi lascio più tempo perché le donne devono anche immaginare di averli.
Beh se non ci siete riusciti sappiate che è infinitamente meno piacevole che applaudire su Maroni, ma da la stessa sensazione di applaudire Maroni.
Lo so, ho provato.
No, non è vero, mai applaudirei Maroni.
Per rispondere alla domanda... tutti. Gente che riesce ad intrattenere intere conversazioni, con controversie, manco fosse tornato in auge il materialismo dialettico, su quanto riescano a comprare quelle tizie che fan la spesa con i buoni omaggio. Tonnellate di buoni omaggio. Ma io dico, che ve ne frega? Voi non avrete mai cotanti coupon per comprarvi la vostra fornitura di carta da culo a vita, perché continuate a guardare la vita che voi non avrete mai? Ovunque vada, prima o poi, parte la discussione, la narrazione. Che poi io quel canale del digitale non lo ricevo, mi sento un emarginato della società perché non ho il mio guru che mi insegna a fare la spesa.
Inoltre c'è l'altro aspetto che mi pare emerga con vigore da tal'altre trasmissioni: sono condotte da incredibili, immensi, sconsiderati pezzi di merda. Oggettivamente vedere uno che cucina o che si veste non deve essere granché appassionante dopo i primi 4000 minuti, quindi gli autori pare abbian pensato che se in tutto ciò ci sono una o più persone che trattano gli altri come se la dignità umana fosse nelle loro mani la gente si divertono (ah, che plurale liberatorio). Così si finisce nella perversione di provare piacere a vedere sconosciuti maltrattati.
Insomma la mia è solo invidia perché prima di quelle trasmissioni era questo il luogo che insegnava a tutti voi come si vive. Pertanto smettetela di guardare la vita che voi non avrete mai e iniziate a trattare male gli sconosciuti in prima persona, scoprirete che è piacevole quanto applaudire su Maroni, soprattutto se lo sconosciuto è Maroni. Sicuramente sarà più sano che godere di un male che non infliggete voi e, soprattutto, darà più valore ad ogni vostra buona azione altrimenti artificiosa ed impostata.
Una volta c'era la prova del cuoco (o simile declinazione), che insegnava alle massaie di tutto il mondo italico a cucinare piatti che quasi sicuramente sapevano già fare. Aveva la funzione di ripasso, ecco. Oggi no, è un delirio. Cioè, la prova del cuoco c'è ancora, quella è una istituzione al pari del premierato, tuttavia i programmi si sono moltiplicati.
Ma non è finita qui.
Ora non ti insegnano solamente una ricetta che tu di certo non sapevi prima, ti insegnano di tutto. Per farti imparare tutto nella vita servono tanti programmi, al punto che ora c'è financo un canale televisivo dedicato espressamente ai maestri Miyagi dello sgamo quotidiano.
Ma il punto è: chi diavolo li guarda sti applausi sui maroni di programmi?
Prima di rispondere vi esorto a figurarvi per bene la scena di uno che vi applaude sui maroni.
Vi lascio più tempo perché le donne devono anche immaginare di averli.
Beh se non ci siete riusciti sappiate che è infinitamente meno piacevole che applaudire su Maroni, ma da la stessa sensazione di applaudire Maroni.
Lo so, ho provato.
No, non è vero, mai applaudirei Maroni.
Per rispondere alla domanda... tutti. Gente che riesce ad intrattenere intere conversazioni, con controversie, manco fosse tornato in auge il materialismo dialettico, su quanto riescano a comprare quelle tizie che fan la spesa con i buoni omaggio. Tonnellate di buoni omaggio. Ma io dico, che ve ne frega? Voi non avrete mai cotanti coupon per comprarvi la vostra fornitura di carta da culo a vita, perché continuate a guardare la vita che voi non avrete mai? Ovunque vada, prima o poi, parte la discussione, la narrazione. Che poi io quel canale del digitale non lo ricevo, mi sento un emarginato della società perché non ho il mio guru che mi insegna a fare la spesa.
Inoltre c'è l'altro aspetto che mi pare emerga con vigore da tal'altre trasmissioni: sono condotte da incredibili, immensi, sconsiderati pezzi di merda. Oggettivamente vedere uno che cucina o che si veste non deve essere granché appassionante dopo i primi 4000 minuti, quindi gli autori pare abbian pensato che se in tutto ciò ci sono una o più persone che trattano gli altri come se la dignità umana fosse nelle loro mani la gente si divertono (ah, che plurale liberatorio). Così si finisce nella perversione di provare piacere a vedere sconosciuti maltrattati.
Insomma la mia è solo invidia perché prima di quelle trasmissioni era questo il luogo che insegnava a tutti voi come si vive. Pertanto smettetela di guardare la vita che voi non avrete mai e iniziate a trattare male gli sconosciuti in prima persona, scoprirete che è piacevole quanto applaudire su Maroni, soprattutto se lo sconosciuto è Maroni. Sicuramente sarà più sano che godere di un male che non infliggete voi e, soprattutto, darà più valore ad ogni vostra buona azione altrimenti artificiosa ed impostata.
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