giovedì 25 ottobre 2012

Non essere choosy dai

Partirò da qualche premessa: non mi aspettavo granché dal governo tecnico (con lo stesso parlamento che ha giudicato credibile pensare che Ruby fosse la nipote marocchina dell'ex dittatore egiziano Mubarak le aspettative basse sono già un lusso) e infatti non si è andati affatto oltre tali aspettative. La Fornero, come tutti i tecnici, non deve fare dichiarazioni: non sono capaci di parlare, fate, non dite.

Ebbene, con queste premesse posso anche dire: la Fornero ha detto cose giuste. Purtroppo non sono mai stato capace di giudicare le dichiarazioni delle persone dal titolo che il giornalista ha scelto per farti leggere l'articolo. Perché il 95% delle volte il famigerato popolo della rete si incazza come una iena, in sostanza, per le dichiarazioni del titolista di Repubblica.

Non essere troppo schizzinoso è un concetto limpidissimo e condivisibile, la chiave sta nel "troppo". Soprattutto se poi, poco dopo, ha precisato che "I giovani italiani sono disposti a qualunque lavoro. Poteva capitare in passato, quando il mercato del lavoro consentiva cose diverse, ma oggi i giovani italiani non sono nella condizione di essere schizzinosi, tant'è vero che oggi sono precari", si che prende improvvisamente senso dire che è cosa buona giusta entrare nel mondo del lavoro appena se ne ha l'occasione, proprio perché di occasioni ce ne sono poche, in cerca, questo si, del lavoro ideale. Sfido chiunque a dire che sia una tattica vincente partire cercando il lavoro ideale e non fare una mazza finché non lo si trova.

Ecco, questo per dire che siete grossomodo dei boccaloni e ha detto tutt'altra cosa.

Ora passiamo alla seconda considerazione. Manca in tutto il discorso una piccola parola che si fa concetto: purtroppo. Mi sarebbe piaciuto che la ministro si fosse preoccupata della situazione drammatica che ha descritto, che non è normale trovare lavoro sistematicamente al di fuori dal proprio campo di studi (che per quasi tutti i percorsi di studio non mi pare una richiesta così esigente), che in quei precari che non sono schizzinosi ci sono ragazze e ragazzi che lavorano per poche centinaia di euro al mese, senza alcuna prospettiva di migliorare la propria condizione e dunque, punto centrale della gravità della situazione, senza speranza.

Insomma, avete preso una dichiarazione normale, una esposizione di un concetto generale e di un dato di fatto, come un'umiliazione per tutti i giovani. A me sarebbe piaciuto che non fosse una dichiarazione normale ma una denuncia di un problema grave. Poi si, l'ironia gratuita ed ingiustificata in rete è il mio sport preferito e avrete sempre tutto il mio sostegno e contributo, sia chiaro.

Ma, ripeto, fate, non parlate.

1 commento:

  1. C'è da dire che una volta il mondo del lavoro era più semplice e un percorso di studi poteva condurre, in modo più chiaro di adesso, allo sbocco "naturale". Non è un caso che i "vecchi" siano bravi a decidere che se studi la tal cosa vuoi insegnare, fare l'avvocato o cos'altro. Questo oggi è vero solo in parte. Oggi è molto più difficile essere choosy: conosco moltissimi coetanei o quasi, me compreso, che lavorano a una sigma o più dal proprio campo di studi. Ma oltre un certo grado di tolleranza, in cui è il mondo di lavoro che richiede simili figure, è quasi necessario sapersi reinventare grazie alle competenze e conoscenze acquisite.
    Se invece è il solito ritornello "ci sono tanti posti da netturbino", no grazie. Se ci sono troppi laureati nel tal settore il problema va affrontato alla base, non in cima. E alla base, lo sai meglio di me, non è cambiato nulla.
    Ma nulla.

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