SPOILER ALERT - C'ho il vizio di stare particolarmente al passo con le serie tv che seguo, pertanto parlerò conoscendo tutto fino alla puntata di domenica 16, l'ultima della settima stagione, se siete indietro e continuate, beh, cazzi vostri. Ho però aspettato qualche giorno prima di pubblicare, apprezzatelo.
Scrivo questo all'indomani della fine della settima stagione di Dexter, che speravo fosse l'ultima e invece probabilmente sarà la penultima (si sappia che 8 è il massimo consentito per serie televisive di buona qualità, una regola che hanno imposto i Robinson e che Will & Grace hanno perfezionato). Negli anni Dexter ha avuto la forza di evolvere molto bene, direi esclusa la terza stagione, una serie tv che mi ha attirato fin dal principio per la scelta del soggetto e che in sette anni mi ha tenuto tra i suoi fedeli spettatori anche e soprattutto per come ogni personaggio si sia saputo cambiare ed adattare con la storia.
Dopo 2 stagioni di livello altissimo, una terza che voglio dimenticare, la quarta di ripresa, la quinta che arrivava a fondo nella tensione sullo spettatore e una sesta stagione biblica, pareva proprio che il nostro Dexter, scoperto finalmente dalla sorella per quello che è, si avvicinasse all'epilogo. Era la stagione in cui speravo nell'ingegno finale degli sceneggiatori, il lascito per cui li avrei ricordati. Invece no, scelgono la strada più facile facendo trionfare non senza difficoltà (difficoltà ben espressa, ho apprezzato) un amore fraterno che porta alla tanto sperata, da me almeno, eliminazione fisica di un personaggio poco interessante quale può essere Maria LaGuerta in un finale che più che scontato è poco credibile. Nella prossima stagione, infatti, troverò poco credibile un qualunque sostegno alla farsa tra fratello e sorella (come già era poco credibile in questa stagione).
Insomma, per essere un assassino che non cammina, scivola, senza mai lasciare una traccia, di errori ne ha commessi parecchi e quasi nessuno è dovuto all'evoluzione del lato umano del personaggio. Del resto il compito era duro, ma risulta alquanto artificioso andare a pescare eventi di 5 stagioni prima per sviluppare la trama.
Giusto per non dire solo cose negative vi rendo partecipi della mia soddisfazione di quanta naturalezza abbia la crescita di Dexter (Michael C. Hall, sempre ottimo), che combatte e aiuta i propri demoni interiori ed espone con una finalmente sincera franchezza i propri sentimenti verso la sorella, spingendoli fino al masochismo. Tanta umanità in questo killer e devo dire molto ben rappresentata.
In conclusione direi che a fronte di una realizzazione sempre di buon livello (si vede che Showtime ci tiene), questa stagione è stata tirata per i capelli pur di arrivare ad un'ottava stagione che farà quello che doveva fare questa, con sulle spalle il peso in più di 12 puntate forzate e a tratti ripetitive come l'arrivo dell'ennesima bionda da limonarsi (mescolata con l'amico che ti capisce e accetta per quello che sei, insomma roba già vista). Se mi smentiranno saranno definitivamente entrati nell'Olimpo delle serie tv ma tutti sanno che questo blog è custode di grandi verità.
Scrivo questo all'indomani della fine della settima stagione di Dexter, che speravo fosse l'ultima e invece probabilmente sarà la penultima (si sappia che 8 è il massimo consentito per serie televisive di buona qualità, una regola che hanno imposto i Robinson e che Will & Grace hanno perfezionato). Negli anni Dexter ha avuto la forza di evolvere molto bene, direi esclusa la terza stagione, una serie tv che mi ha attirato fin dal principio per la scelta del soggetto e che in sette anni mi ha tenuto tra i suoi fedeli spettatori anche e soprattutto per come ogni personaggio si sia saputo cambiare ed adattare con la storia.
Dopo 2 stagioni di livello altissimo, una terza che voglio dimenticare, la quarta di ripresa, la quinta che arrivava a fondo nella tensione sullo spettatore e una sesta stagione biblica, pareva proprio che il nostro Dexter, scoperto finalmente dalla sorella per quello che è, si avvicinasse all'epilogo. Era la stagione in cui speravo nell'ingegno finale degli sceneggiatori, il lascito per cui li avrei ricordati. Invece no, scelgono la strada più facile facendo trionfare non senza difficoltà (difficoltà ben espressa, ho apprezzato) un amore fraterno che porta alla tanto sperata, da me almeno, eliminazione fisica di un personaggio poco interessante quale può essere Maria LaGuerta in un finale che più che scontato è poco credibile. Nella prossima stagione, infatti, troverò poco credibile un qualunque sostegno alla farsa tra fratello e sorella (come già era poco credibile in questa stagione).
Insomma, per essere un assassino che non cammina, scivola, senza mai lasciare una traccia, di errori ne ha commessi parecchi e quasi nessuno è dovuto all'evoluzione del lato umano del personaggio. Del resto il compito era duro, ma risulta alquanto artificioso andare a pescare eventi di 5 stagioni prima per sviluppare la trama.
Giusto per non dire solo cose negative vi rendo partecipi della mia soddisfazione di quanta naturalezza abbia la crescita di Dexter (Michael C. Hall, sempre ottimo), che combatte e aiuta i propri demoni interiori ed espone con una finalmente sincera franchezza i propri sentimenti verso la sorella, spingendoli fino al masochismo. Tanta umanità in questo killer e devo dire molto ben rappresentata.
In conclusione direi che a fronte di una realizzazione sempre di buon livello (si vede che Showtime ci tiene), questa stagione è stata tirata per i capelli pur di arrivare ad un'ottava stagione che farà quello che doveva fare questa, con sulle spalle il peso in più di 12 puntate forzate e a tratti ripetitive come l'arrivo dell'ennesima bionda da limonarsi (mescolata con l'amico che ti capisce e accetta per quello che sei, insomma roba già vista). Se mi smentiranno saranno definitivamente entrati nell'Olimpo delle serie tv ma tutti sanno che questo blog è custode di grandi verità.
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