Come scritto un paio di post fa, pochi di voi lo sapranno che oramai ho perso appeal, ma il vostro affezionatissimo ha aperto un account twitter con l'unico pubblicistico scopo di aprire queste eteree pagine dall'arial giustificato e sempre giustificabile ad utenti che non conoscono lo scrittore (o scrivente, meno pomposo) di persona. È passata una settimana e mi sento di fare qualche considerazione.
Senza smartphone, tuitter, non serve a niente. Ma non finisce qui: sapete bene che ho avversione verso tali strumenti costosi che necessitano di carezze tutto il tempo, ebbene direi che avere uno smartphone serve solo per usare tuitter.
A fronte di un'idea di fondo che potrebbe anche essere considerata buona, nella pratica direi che è il social network meno utile della storia, in un mondo in cui esiste già facebook. Molto più social, nelle intenzioni, di facebook ma in ogni caso inutile, troppo popolato, una persona sola non può gestire così tanti input, non può stare dietro a tutto, in questo il vecchio Mark ha visto bene nel prevedere un limite superiore al numero di amicizie consentite (sebbene sia di svariati ordini di grandezza sovrastimato).
Twitter è per chi si vuole godere il momento, ma un momento a caso, non certo uno in particolare. Chiaramente non ci si può mettere per ore a scorrere una pagina web per arrivare, al più, al cinguettio pubblicato un'ora prima, pertanto ci si accontenta di guardare quelli che ti si piazzano per caso davanti agli occhi. Il risultato finale è che alcuni rispondono, è vero, ma prevalentemente ci si limita, soddisfatti, a sussurrare nella confusione il proprio pensiero in 140 caratteri, nella mal riposta speranza che qualcuno lo legga prima che svanisca nel mare di speranzosi cinguettii di gente che non conosci e che, questo è sicuro, non vuoi conoscere.
Insomma twitter funziona divinamente per argomenti di nicchia, che interessano poche persone e, ammettiamolo, costringere le persone ad usare 140 caratteri per un argomento di nicchia è una pratica fascista.
Come punto finale, ma giusto perché iniziare con questo era troppo aggressivo, c'è che in una settimana ho ricevuto da twitter 3 lettori, di cui 1 sono io per provare il link e diciamo che tendo a catalogare come inutile una piattaforma che mi da meno lettori di google+ o del risultato di ricerca "cazzi e bambini".
In definitiva direi che Diaspora rimane il social network meglio riuscito (non ci entro da mesi): coniuga bene le qualità di facebook e twitter, il materiale che pubblichi rimane di tua proprietà e non ci sarà il malvagio Mark ad usarlo per strappare le unghie ai bambini e ti fa apprezzare uno strano senso di libertà che solo la versione alfa di un sito può farti apprezzare (si, non ci entro da allora). L'unico problema è che non c'è nessuno, cioè mancano giusto i 4 stronzi con cui parli sempre su facebook e sarebbe perfetto.
Senza smartphone, tuitter, non serve a niente. Ma non finisce qui: sapete bene che ho avversione verso tali strumenti costosi che necessitano di carezze tutto il tempo, ebbene direi che avere uno smartphone serve solo per usare tuitter.
A fronte di un'idea di fondo che potrebbe anche essere considerata buona, nella pratica direi che è il social network meno utile della storia, in un mondo in cui esiste già facebook. Molto più social, nelle intenzioni, di facebook ma in ogni caso inutile, troppo popolato, una persona sola non può gestire così tanti input, non può stare dietro a tutto, in questo il vecchio Mark ha visto bene nel prevedere un limite superiore al numero di amicizie consentite (sebbene sia di svariati ordini di grandezza sovrastimato).
Twitter è per chi si vuole godere il momento, ma un momento a caso, non certo uno in particolare. Chiaramente non ci si può mettere per ore a scorrere una pagina web per arrivare, al più, al cinguettio pubblicato un'ora prima, pertanto ci si accontenta di guardare quelli che ti si piazzano per caso davanti agli occhi. Il risultato finale è che alcuni rispondono, è vero, ma prevalentemente ci si limita, soddisfatti, a sussurrare nella confusione il proprio pensiero in 140 caratteri, nella mal riposta speranza che qualcuno lo legga prima che svanisca nel mare di speranzosi cinguettii di gente che non conosci e che, questo è sicuro, non vuoi conoscere.
Insomma twitter funziona divinamente per argomenti di nicchia, che interessano poche persone e, ammettiamolo, costringere le persone ad usare 140 caratteri per un argomento di nicchia è una pratica fascista.
Come punto finale, ma giusto perché iniziare con questo era troppo aggressivo, c'è che in una settimana ho ricevuto da twitter 3 lettori, di cui 1 sono io per provare il link e diciamo che tendo a catalogare come inutile una piattaforma che mi da meno lettori di google+ o del risultato di ricerca "cazzi e bambini".
In definitiva direi che Diaspora rimane il social network meglio riuscito (non ci entro da mesi): coniuga bene le qualità di facebook e twitter, il materiale che pubblichi rimane di tua proprietà e non ci sarà il malvagio Mark ad usarlo per strappare le unghie ai bambini e ti fa apprezzare uno strano senso di libertà che solo la versione alfa di un sito può farti apprezzare (si, non ci entro da allora). L'unico problema è che non c'è nessuno, cioè mancano giusto i 4 stronzi con cui parli sempre su facebook e sarebbe perfetto.
Io continuo a pensare che non hai capito come funziona Twitter, eh! Adesso passo a Diaspora*.
RispondiEliminaCondivido l'inutilità di Twitter. Una mera perdita di tempo, per chi volesse approfondire una tematica o conoscere persone con le quali interagire seriamente. il proprio tweet si perde in una marea di messaggi "telegrafici" giusto per segnalare una posizione, un evento... o annuire ad una esternazione... E' l'apoteosi della comunicazione del XXI sec, sempre piu veloce, ristretta, lapidaria, sintetica... proprio come quando alcuni "manager" vanno al "ristorante" fast food, o meglio "faster food" : con una mano fanno un tweet, con l'altra ingoiano senza masticare, attenti sempre all'orologio e al tempo... ancora troppo lento per loro !
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