martedì 5 febbraio 2013

Elezioni e cultura scientifica

Nelle scorse settimane, ripetendo quanto fatto in occasione delle primarie, la rivista Le Scienze ha rivolto 10 domande ai candidati alle poliche che ci saranno fra 20 giorni. Le risposte, che sono talvolta lunghe ed elaborate le trovate qui con il loro layout discutibile. Quello che segue è un riassunto non esaustivo di quello che son riuscito a leggere.

Prima ed unica considerazione qui presente degna di un vero peso ci è fornita dalle risposte non pervenute. Pare evidente, infatti, che Berlusconi, Monti e Grillo non ritengono di dover dare delle risposte sul futuro della cultura scientifica, della ricerca, dell'istruzione e di varie questioni energetico-ambientali. Monti non è abituato a rispondere alle domande dei giornalisti, Grillo, si sa, alla scienza non ci crede e, non per accanirmi, Berlusconi è di una ignoranza epocale (che non c'è niente di male, a priori, però sarebbe bene che alla guida di un Paese ci sia un gruppo di persone in cui almeno uno sappia di cosa si parla). Ebbene, questo per dire che considero, a prescindere, ognuno degli altri tre candidati, che la briga di trovar almeno qualcuno che rispondesse a delle domande nemmeno troppo impegnative se la sono presa, infinitamente più validi dei tre fin qui citati. Dunque mi sono letto le risposte di Bersani, Giannino ed Ingroia alle 5 domande che mi interessavano di più.

Parto da Ingroia, che, lo dico per trasparenza, è fin qui colui il quale si sta guadagnando il mio voto alla camera. Proprio per questa mia intenzione di voto devo dire, con la feroce lucida brillantezza che mi caratterizza, che Ingroia (o chi per lui, tutte le volte che nominerò un candidato è sempre da intendersi o chi per lui) non ha probabilmente capito cosa gli è stato chiesto, con chi stesse parlando e, non pago, di cosa stesse parlando. Una pessima figura, risposte telegrafiche, che funzionerebbero meravigliosamente in un dibattito televisivo, non su una rivista scientifica. La risposta in merito ad investimenti, meritocrazia e trasparenza per la ricerca e l'università contiene una serie di ovvietà figlie di un mondo ormai lontano e rigido su posizioni che nulla hanno a che fare con gli esempi europei migliori. Se gli si chiede come incentivare gli investimenti privati si mette a parlare di agricoltura, moda, turismo e cultura e, non so voi, non ci vedo la scienza nel filo dei suoi pensieri. Sulla sperimentazione animale incita ad un dialogo con le non meglio definite associazioni di settore che, non me ne vogliano, spesso si sono distinte per poco acume scientifico. Insomma, ogni tanto ha qualche buono spunto (e ne parliamo a breve), ma in generale ha toppato alla grandissima. Peccato.

Visto che ci piace ragionare calcisticamente, dico fin da qui che, incredibilmente, Bersani ne esce vincitore, probabilmente perché ha già l'esperienza accumulata in occasione delle primarie alle spalle. Le sue risposte son interminabili, è vero, però individuano con buona lucidità alcuni problemi esistenti e propongono, con una concretezza che pochissime volte ho visto in quel partito, delle soluzioni, discutibili quanto volete, ma almeno non sono slogan, gli slogan mi han rotto le palle. Ritiene di dover aumentare gli investimenti utilizzando i fondi provenienti da risparmi e da una riorganizzazione della spesa militare che ritengo un bel messaggio da dare, quello di rimettere la ricerca nelle priorità per il progresso. Sulla meritocrazia ha terreno facile, viste le chiacchere fatte fin qui dal precedente governo, ma promette di riportare il finanziamento ai livelli precedenti agli ultimi tagli, destinando 500 milioni al diritto allo studio (campo in cui siamo parecchio indietro), un diritto allo studio legato alla regolarità degli studi di chi ne usufruisce ed esteso agli alloggi, terreno fertile per numerosi approfittatori (per lo meno per quel che ho visto intorno a me). Le idee di Giannino non le commento perché, fin da quando calvacava i tagli del governo precedente, in crociata verso baroni mai identificati e quindi da essi nascosti, non leggo lucidamente le sue idee liberiste, pertanto non commento il suo solito discorso ritrito che fa da 4 anni. Però ho ritenuto interessante la sua idea di controllo sulle università telematiche così da evitare diplomifici.

Un Giannino che si riprende sugli incentivi per gli investimenti privati, evidenziando una buona conoscenza del problema, in particolare nel campo delle biotecnologie, e mi piace che pensi che il primo passo da fare non sia finanziario, ma normativo. Anche Bersani fornisce una buona risposta, più sulle modalità di incentivo, credito d'imposta e green economy, posizione, tra l'altro, condivisa con Ingroia.

Altro punto comune ai tre candidati è la necessità di dover fare un passo indietro in merito alla legge 40, allineandosi all'Europa, ma sottolineo che solo Ingroia parla di testamento biologico come un diritto inalienabile, Giannino punta su sollevare lo stato scaricando sul rapporto medico-paziente, Bersani non perviene.

La domanda successiva era sul contrasto all'analfabetismo scientifico, tema spesso trattato anche su queste pagine (qui, qui e qui direi). Tutti concordi sul dover agire fin dalla scuola primaria (Ingroia mi pare solo concentrarsi sulla necessità di estendere la scuola dell'obbligo fino a 18 anni, che non è la risposta giusta al problema, ma gli da l'assist per esprimere il giusto concetto che è inutile introdurre le nuove tecnologie se non ci sono soldi). Si distingue Bersani per l'idea di chiedere aiuto all'Europa, come ha fatto la Svizzera per colmare le differenze di genere, così da contrastare il fenomeno, mentre Giannino mi pare più intenzionato a puntare sui festival che, almeno per me, di certo attirano curiosità e passione. Giannino si oppone con mio sommo piacere al sensazionalismo degli ultimi anni nei confronti della scienza, puntando su incentivi ad una divulgazione scientifica di maggior spessore e serietà, così che sia veramente accessibile a tutti.

Insomma, questo è quello che ho visto, ammetto di non aver letto con increbile attenzione, consapevole del fatto che son risposte che danno ad un giornale di nicchia e dunque sicuramente pesate su questo. Ingroia mi perde un po' di punti, Bersani e Giannino ne guadagnano, gli altri tre possono morire. No dai, non morire, ma preferisco morire pur di evitare di votarli. Cosa votare ancora non lo so, rimangono le intenzioni, rimangono dei punti scuri su ogni candidato.

Una fortuna che so che mai nessun candidato riuscirebbe a soddisfare completamente un elettore, anche se il candidato fosse l'elettore stesso, se no mi sarebbe proprio impossibile votare.

E non votare è da stronzi.

7 commenti:

  1. Ok, ma qual è la cultura scientifica degli elettori?

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    1. compito del legislatore è fornire quanto più sapere al proprio elettorato, nel famoso mondo di frutta candita, così che ogni indivuduo abbia i mezzi per contribuire al benessere proprio e della collettività. Il problema è, come ci diciamo spesso, ben radicato nonostante la storia sia dalla nostra parte, il che risponde alla tua domanda. Non nego che le risposte non pervenute mi abbiano dato fastidio soprattutto per questo argomento.

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    2. Io penso che se questi argomenti non compaiono in campagna elettorale, ma soltanto su un periodico, una ragione c'è. L'energia tira solo quando si parla di nucleare, per non parlare delle tematiche ambientali e dei diritti biologici dell'individuo. Gli ultimi governi hanno tagliato tutti l'FFO. Questo per dire che sarei molto più contento se facessero un dibattito pubblico.

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  2. Prima di criticare qualcuno e/o di interessarti alla scienza (materia fantastica, per carità) passa più tempo sui libri di grammatica italiana, perché ad esempio la frase che riporti alla fine del tuo strampalato discorso "preferisco morire pur di evitare di votarli" è decisamente astrusa.

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  3. Ah, giusto per precisare (con uno così non si sa mai) la frase risulta astrusa soprattutto perché è legata al periodo precedente, che però ha un significato completamente diverso.

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    1. licenza poetica, pare ovvio anche all'occhio più distratto :)

      Mi auguro che la tua irrequieta ricerca di miei errori non ti abbia fatto sfuggire il succo del discorso, così che il tuo diritto di critica ed il tuo interesse per la fantastica materia, che a tuo dire si dovrebbe acquisire solo dopo un attento studio della grammatica, possano giovare all'eventuale discussione su ciò che ti porta ad essere in disaccordo con quanto scritto. Se no temo di dover cercar su google com'era la storia della luna, il dito eccetera.

      P.s. se per le espressioni incorrette o astruse hai invece una passione, mi vanto di averne una miniera in questo blog, dalla barra laterale in poi.

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    2. Licenza poetica? No guarda, non ci siamo capiti. Non è che se scrivi qualcosa di illogico la puoi giustificare come mera "licenza poetica". O perlomeno a scuola mi hanno insegnato che la licenza poetica è un'altra cosa. Quello che hai fatto tu è proprio un errore di analisi logica, per cui mi spiace deluderti ma passa più tempo sui libri di italiano prima di rivolgere il tuo interesse alle scienze (o alle risposte dei politici su questo tema). Il mio è un consiglio spassionato, poi vedi tu se accettare o meno la critica. Inoltre la mia non è una ricerca irrequieta, ma salta all'attenzione anche dell'occhio più distratto che "Ingroia mi perde un po' di punti, Bersani e Giannino ne guadagnano, gli altri tre possono morire. No dai, non morire, ma preferisco morire pur di evitare di votarli." non significa niente di sensato.

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